PROGETTAZIONE ED ADEGUAMENTO DI STRUTTURE
ESISTENTI CON IL METODO DEGLI ISOLATORI
SISMICI
PROGETTAZIONE
ANTISISMICA
Sin dagli anni ’30 del ‘900, le nazioni più evolute,
soggette a frequenti terremoti, si sono adoperate, con studi e
regolamentazioni, per limitare i danni e le vittime dei sismi. In Giappone, già negli
anni trenta, quando non esistevano i computer e nemmeno le calcolatrici, Kiyoshi
Muto elaborò un sistema di calcolo per progettare edifici resistenti al sisma.
Il suo metodo, come tutti quelli che seguirono, mirava a rendere le strutture
degli edifici più resistenti, al fine di opporsi alle scosse sismiche. Anche
oggi, specialmente in Italia, è questa, in generale, la linea adottata nella
progettazione degli edifici antisismici. Purtroppo però, più una struttura è
resistente, più è rigida, e la rigidezza è controproducente in quanto amplifica
le accelerazioni indotte dal sisma. Strutture meno rigide, e più duttili
smorzano le accelerazioni indotte, ma si danneggiano enormemente, creando
distruzioni al loro interno, pareti, infissi, suppellettili, macchinari, e
sono, alla fine del terremoto, difficilmente ripristinabili, anche in termini
di costi.
Esiste un metodo però, molto utilizzato in
Giappone, che elimina il “problema terremoto”, ribaltando completamente
l’approccio alla progettazione antisismica. L’edificio, anziché resistere al terremoto,
ne è semplicemente isolato. A ciò servono gli isolatori
sismici, di cui si parlerà più avanti.
CATANIA E LA
SICILIA ORIENTALE: LA STORIA
L’11 gennaio
1693 un terremoto devastante colpisce la Val Di Noto e tutta la Sicilia
orientale. Nella sola Catania, che allora contava appena 20.000 abitanti, ne
morirono 16.000, e cioè l’80%. Siracusa, Modica, Ragusa, furono quasi
totalmente distrutte. Noto lo fu totalmente e venne abbandonata per essere
ricostruita altrove.
Gli edifici, a
Catania, crollarono praticamente tutti, tranne il castello Ursino, la chiesa di
Sant’Euplio, sita nell’omonima via e abbattuta nell’ultima guerra da un
bombardamento alleato, e qualche altro edificio. Si suppone che il sisma possa
essere considerato, nella scala Richter, di magnitudo
7,5 e quindi il terremoto in assoluto più
forte mai registrato nel territorio italiano.
Un terremoto
simile, altrettanto devastante, che distrusse quasi completamente Catania, Lentini e Modica era già avvenuto
il 4 gennaio del 1169.
GLI STUDI –
CONSIDERAZIONI SULLA DIVULGAZIONE
Purtroppo, con
una regolarità di circa 400 anni, la Sicilia orientale è sede di siffatti terremoti.
Uno studio,
sviluppato dall’istituto di fisica teorica di Trieste sostiene, che da qui a pochi
anni un terremoto
disastroso (magnitudo 7,5 Richter) colpirà il meridione d’Italia, con
rischio particolare per la Sicilia orientale.
Alcuni studiosi
chiedono di andar cauti con le previsioni di sismi devastanti perché, dicono, l’opinione
pubblica non va allarmata!
A parere dello
scrivente, niente di più sbagliato, l’opinione pubblica va allarmata, in
quanto c’è, al giorno d’oggi, la possibilità di correre ai ripari!
Anche una
struttura non sismica, si
può adeguare, rendere cioè antisismica,
con una spesa paragonabile a quella utilizzata per rifare gli intonaci e le
coloriture della facciate, dotando
gli immobili, anche quelli costruiti con muratura portante, di isolatori
sismici, che assicurano una perfetta protezione dai terremoti.
Il terremoto in
Emilia Romagna del maggio 2012 è stato di magnitudo Richter 5,9, quello in Abruzzo nel 2009 di magnitudo 5,8,
quello atteso in Sicilia Orientale di magnitudo 7,5.
Perché, con una magnitudo Richter di 7,5 e cioè soltanto
con 1,6 e 1,7 punti in più rispetto all’Emilia e all’Abruzzo, il terremoto
atteso sarà straordinariamente devastante?
La scala di
magnitudo Richter è una scala logaritmica, per cui tra 5,8 punti (Abruzzo) e
7,5 punti (Sicilia orientale) la differenza è enorme. L’energia immessa sul
territorio dal terremoto dell'Abruzzo equivale a 501 tonnellate equivalenti
di tritolo, mentre quella che sarà immessa nella Sicilia orientale sarà
probabilmente di 177.828 tonnellate di tritolo, e cioè di circa 355
volte più disastroso. Un aumento
nella scala di 1,7 punti equivale quindi ad una potenza distruttiva superiore
di ben 355 volte.
Non una potenza
distruttiva doppia o tripla, ma ben
355 volte in più.
Se il terremoto di maggior potenza mai
avvenuto storicamente in Italia è stato quello della Sicilia orientale del 1693
il cui ripetersi è da noi paventato, quello di maggior potenza avvenuto nella
storia dell’uomo nel mondo, si è verificato a Sendai (Giappone), con il
successivo maremoto, nel 2011. Il momento Richter è stato di 8,9 e cioè di
22.387.211 tonnellate equivalenti di tritolo e cioè 44.668 volte più forte
rispetto a quello dell’Abruzzo. Pensate cosa sarebbe avvenuto in Abruzzo o in
Romagna se il terremoto fosse stato 44.668 volte più forte.
Ma, a parte le
distruzioni e le morti avvenute, essenzialmente per il maremoto (tsunami) successivo, le case, in Giappone, non sono
crollate.
Come è possibile? La risposta è
semplice: perché dal terremoto di Kobe del 1995, i
giapponesi hanno ritenuto di costruire soltanto con il metodo degli isolatori
sismici.
località |
magnitudo Richter |
chilogrammi equiv. di tritolo |
MEGATON equivalenti |
Bomba di Hiroshima |
|
|
0,25 |
Superbomba H sovietica |
|
|
150,00 |
|
|
|
|
L'Aquila (2009) |
5,800 |
501.187.233,627 |
0,501 |
Ferrara-Modena (2012) |
5,900 |
707.945.784,384 |
0,708 |
Messina (1908) |
7,200 |
63.095.734.448,020 |
63,096 |
Sicilia Orientale ( ? ) |
7,500 |
177.827.941.003,893 |
177,828 |
Sendai (2011) |
8,900 |
22.387.211.385.683,600 |
22.387,211 |
terremoto in Abruzzo
SITUAZIONE
DELL’EDILIZIA ANTISIMICA A CATANIA
La città di Catania e il suo hinterland, non si sa per quali oscuri motivi, è stata classificata zona sismica soltanto nel 1981. E’ chiaro quindi, che tutti gli immobili costruiti prima di questa data, e principalmente quelli della tumultuosa speculazione edilizia degli anni ’60 e ’70 sono a fortissimo rischio. Palazzi di dieci, dodici piani costruiti senza tener conto della possibilità nemmeno di una leggerissimo movimento orizzontale.
Poi, il 23 settembre del 1981, il capolavoro! Catania e tutta
Perché tale assurda disparità, quando il sisma del 1693 con 7,5 magnitudo Richter era stato il più forte mai avvenuto nella nostra nazione, superiore a quello di Messina di 7,2 magnitudo Richter? Forse perché erano passati già più di trecento anni? (Per la nostra Terra lo spazio breve di un attimo), o forse perché si sarebbero avuti dubbi sull’insediamento degli stabilimenti petrolchimici di Augusta, Priolo e Melilli?
Poi, nel 2010, viene reso esecutivo il nuovo regolamento sismico del 2008. E ancora, pur essendo cambiata completamente la filosofia del costruire antisismico, con interessantissime ed utili innovazioni, la normativa consiglia, (impone per i lavori pubblici), alla Sicilia Orientale edifici meno resistenti al sisma di quelli da edificare nella zona del Messinese e della bassa Calabria. Basta esaminare le accelerazioni al suolo imposte: quelle della Sicilia Orientale sono tutte inferiori a quelle del Messinese!
Qual’é il
risultato per i poveri Catanesi? Che anche le strutture antisismiche costruite
secondo i dettami dei regolamenti antisismici non sono in grado di soddisfare la richiesta di sicurezza e cioè, anche i moderni edifici antisimici della Sicilia orientale
colpiti da un forte terremoto, potrebbero crollare!
Il chiama adeguamento sismico un complesso di opere che
rendano antisismico un edificio che antisismico non è. Un tale intervento,
realizzato con metodi tradizionali, e cioè cercando di rendere l’edificio atto a resistere alle azioni sismiche
è estremamente costoso e dalla dubbia riuscita. Gli interventi mirati
all’incremento della resistenza aumentano infatti anche la rigidezza, che a sua
volta amplifica le accelerazioni indotte dal sisma.
Le membrature di tutto l’edificio, travi e pilastri, per un immobile
con struttura in cemento armato, andrebbero rinforzate, aumentandone le
dimensioni, talvolta raddoppiandole, cosa non agevole e il più delle volte
impossibile.
Un altro metodo è quello di non intervenire sulle travi e i pilastri
esistenti, ma di inserire negli spazi tra pilastri e travi, telai
resistenti in acciaio. Tale intervento, realizzato in più casi dallo
scrivente, è più facilmente realizzabile, ma non è scevro da inconvenienti. Per
la sua realizzazione è necessario eliminare gran parte delle pareti esterne di
tutto l’edificio, inserire i telai in acciaio, e poi ricostruire le pareti che
erano state eliminate.
L’intervento, nei due casi prospettati, è fortemente invasivo, estremamente costoso e richiede tempi estremamente lunghi. L'edificio deve quindi essere sgombrato per lunghissimo tempo, condizione, questa, inaccettabile per edifici residenziali.
abbattimento pareti esterne ed inserimento telai in acciaio
edifici comunali - Mascalucia (CT)
Ancor più difficile si presenta l'adeguamento sismico degli edifici in muratura. La muratura portante non si presta infatti ad interventi semplici e sicuri. L'adozione di pannelli sandwich in calcestruzzo, al fine di rendere più rigide le murature, utilizzato negli '70 ed '80, si è dimostrato errato, in quanto rendeva troppo rigide alcune pareti, inducendo, sotto la spinta sismica, a forti sollecitazioni di torsione, mal sopportate dalle strutture in muratura. Negli anni più recenti la tecnica ingegneristica ha ripiegato negli interventi con tiranti, cordoli in muratura, telai irrigidenti in acciaio. Interventi questi, che lasciano dubbi sulla loro validità. La normativa, consapevole della difficoltà di adeguare compiutamente queste strutture, ammette il "miglioramento sismico" , cioè interventi non risolutivi, anche se anch'essi di altissimo costo.
L'isolamento sismico cambia
in direzione diametralmente opposta l'approccio e, anzichè
contrastare gli effetti del terremoto, ne limita drasticamente le
accelerazioni, e quindi anche le forze sismiche, grazie ad una
sostanziale "sconnessione" della struttura in elevazione dalla fondazione. In tal modo gli adeguamenti di strutture, sia in cemento armato che in muratura sono, oltre che sicuri nel loro funzionamento, anche economicamente accettabili.
In pratica, a livello fondazione, o sulla sommità dei pilastri
della prima elevazione (continato o primo piano) si inseriscono
elementi che potrebbero considerarsi molle o carrelli, in modo da
permettere il movimento del terreno al di sotto dell'edificio che, in
caso di terremoto, rimarrebbe pressocchè immobile. L'intervento
si limita soltanto alla parte inferiore dello stabile, fondazione
o cantinato, lasciando inalterato l'intero immobile.
Non è necessario aggiungere altro per illustrare la convenienza dell'uso degli isolatori simici.
esempi di immobili storici in muratura isolati sismicamente:
Municipio di San Francisco - California
Municipio di Salt Lake City - Utah
GLI ISOLATORI SISMICI
Gli
isolatori sismici sono dispositivi che, posti sotto ogni pilastro, o
comunque sotto ogni elemento portante verticale, isolano le strutture
sovrastanti dalle vibrazioni indotte dal terremoto. Tali dipositivi
vengono disposti più in basso possibile, a livello
fondazione o a livello cantinato, più raramente a piano terra.
In commercio ne esistono di diversi tipi: elastomerici con o senza
nucleo dissipativo, a scorrimento in acciaio e teflon, a superficie
piana o curva, con o senza dissipatori.
Sarà cura del progettista delle strutture scegliere la tipologia o le tipologie più adatte.
isolatore a scorrimento isolatore elastomerico
posizionamento isolatori sismici